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Pnrr a rischio flop, la Cgil lancia l’allarme: “Impiegati solo 64 miliardi su 194. Fondi spostati sul riarmo”


Il Pnrr italiano prevede risorse per 194,4 miliardi di euro (72 miliardi in trasferimenti, 122 in prestiti). La spesa dichiarata al 28 febbraio 2025 è pari a 65,7 miliardi di euro, ovvero il 33,8% del totale (dai 58,6 miliardi al 31 ottobre). I pagamenti Pnrr effettuati al 31 marzo 2025 ammontano a 64,4 miliardi (dai 57,5 miliardi al 13 dicembre 2024). Sono i numeri evidenziati dall’Area delle politiche per lo sviluppo della Cgil in base all’aggiornamento pubblicato sulla piattaforma ReGis e che, nota il sindacato, “smentiscono la propaganda del governo sull’attuazione del Pnrr”.

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Il segretario confederale della Cgil, Christian Ferrari, sottolinea che “si registra un pesantissimo ritardo nell’andamento della spesa, con il forte il rischio che falliscano o vengano riorientati alcuni interventi previsti originariamente dal Piano. Lo conferma il recente annuncio della presidente del Consiglio di voler utilizzare 14 miliardi del Pnrr (più 11 miliardi dei Fondi di Coesione) per l’ennesima ondata di incentivi alle imprese, senza vincoli e senza alcuna strategia”.

“E le cose potrebbero andare anche peggio, avverte il dirigente sindacale, considerato che nell’ambito delle proposte di modifica sulla revisione intermedia della politica di coesione, attualmente in discussione nel Parlamento europeo, è previsto che gli Stati membri e le regioni possano identificare entro giugno 2025 i progetti del dispositivo per la ripresa e la resilienza che rischiano di non essere completati entro agosto 2026, proponendo il loro spostamento in programmi finanziati dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR)”.

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Per Ferrari “la conseguenza più probabile è che in questo modo si crei una provvista economica utilizzabile per le politiche di riarmo. In Italia, tenuto conto delle risorse del Pnrr ancora da ricevere (attualmente oltre 72 miliardi), tale “tesoretto” potrebbe assumere dimensioni imponenti”.

Nel dettaglio, i progetti censiti dalla Cgil sono 284.066, prevedono fondi Pnrr per 157 miliardi di euro e mobilitano risorse comprensive di altre fonti di finanziamento pari a 212,6 miliardi di euro. Di poco meno di 11mila progetti le amministrazioni competenti non hanno indicato la fase dell’iter di attuazione e di 876 non è stata avviata alcuna fase. Le procedure di gara bandite con Codice Identificativo di Gara al 31 marzo 2025 sono in totale 184.266 per un valore, comprensivo di tutte le forme di finanziamento, di quasi 153 miliardi di euro. L’importo complessivo delle aggiudicazioni è di circa 111 miliardi. Oltre 131 mila gare sono state assegnate mediante affidamento diretto.

Sulla messa a terra dei programmi Pnrr “alla fine occorrerà un provvedimento di legge“, perché “continuo a ritenere che troppi passaggi finiscono per fermare anche le persone armate di buone intenzioni”, ha detto oggi il ministro degli Affari europei, le Politiche di coesione e il Pnrr, Tommaso Foti, in audizione alla commissione politiche europee al Senato.



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