L’impatto negativo delle tensioni commerciali si è manifestato nei dati sulla fiducia, più accentuato per i servizi di mercato, i dettaglianti e i consumatori. Aumentano i rischi di un secondo trimestre morbido per l’economia italiana
Le tensioni commerciali probabilmente pesano sulla fiducia
Il deflagrare della questione dei dazi USA e l’alto livello di incertezza che ha iniettato nel sistema economico si sta ora manifestando nei dati sulla fiducia degli italiani. I dati Istat mostrano che l’impatto è stato complessivamente negativo, con ripercussioni sia sui consumatori che sulle imprese.
Consumatori più preoccupati, anch più prudenti?
La fiducia dei consumatori è scesa per il secondo mese consecutivo ad aprile, raggiungendo il livello più basso da maggio 2024, a causa di un forte deterioramento della percezione del contesto economico attuale e futuro. Mentre le aspettative sulla disoccupazione futura si ammorbidiscono un po’, la prudenza sembra prevalere, dato che l’opportunità segnalata di acquistare beni durevoli si ritira. Nel quarto trimestre del 2024 avevamo assistito a un calo del tasso di risparmio delle famiglie, che si era avvicinato ai livelli pre-Covida, favorendo i consumi e continuando a farlo nel primo trimestre del 2025. Il quadro potrebbe ora cambiare, poiché l’aumento dell’incertezza sembra indurre i consumatori a una nuova prudenza, nonostante la tenuta del mercato del lavoro.
Il settore manifatturiero è ancora intrappolato in una fase di debolezza
Data l’evidente vulnerabilità del settore manifatturiero italiano ai dazi statunitensi, ci saremmo aspettati un calo più significativo della fiducia. L’indice in questione è sceso a 85,7 (da 86 in marzo), il che indica la continuazione di una fase di debolezza di lunga durata piuttosto che un nuovo crollo. Un piccolo miglioramento degli ordini sul mese e la stabilità delle scorte potrebbero essere stati d’aiuto, ma il deterioramento della componente di produzione prevista suggerisce che una chiara uscita dalla fase di debolezza del settore manifatturiero non è imminente e che sarà necessario un flusso di notizie positive dal fronte tariffario per concretizzarla. I produttori italiani potrebbero infine beneficiare dell’attrazione degli investimenti tedeschi, ma ciò si rivelerà probabilmente tangibile a partire dal 2026.
Nel settore delle costruzioni i comparti residenziale e strutturale si muovono in direzioni opposte
Il settore delle costruzioni continua a dare prova di una relativa tenuta. La moderata flessione della fiducia aggregata è il risultato di un forte calo fra i costruttori residenziali e di miglioramenti nel settore infrastrutturale. L’equilibrio tra l’evaporazione dell’impatto del superbonus e la spinta degli investimenti dei fondi del PNRR sembra destinato a continuare per tutto il 2025, con un saldo complessivo leggermente negativo, a nostro avviso.
I servizi sono motivo di preoccupazione per la crescita
La parte più preoccupante dei dati della fiducia di aprile è il settore dei servizi di mercato, dove la fiducia è scesa per la quarta volta consecutiva. Certo, il deterioramento mensile della fiducia è contenuto, ma arriva in un momento in cui il sostegno dei servizi alla generazione di valore aggiunto sarebbe molto utile, visto il persistente periodo di debolezza del settore manifatturiero. Preoccupante è il calo particolarmente marcato per il turismo, in un mese in cui la distribuzione delle vacanze avrebbe dovuto essere favorevole al settore.
I dati sulla fiducia di aprile sembrano coerenti con un rallentamento della crescita del PIL nel secondo trimestre
Nel complesso, i dati sulla fiducia di aprile non sorprendono, dato il contesto esterno. Evidenzia il rischio che, per quanto riguarda la crescita del PIL, il secondo trimestre possa essere più lento del primo nel 2025, come già previsto nelle nostre previsioni. Per l’intero 2025 prevediamo attualmente una crescita del PIL dello 0,5%, come nel 2024.
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