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Rheinmetall, viaggio nelle fabbriche italiane dove si producono munizioni e sistemi di difesa per l’Ucraina


di
Danilo Taino

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Nello stabilimento della periferia romana. La joint-venture con Leonardo per il carrarmato italiano. L’ad Ercolani: grandi opportunità tra Roma e Berlino

La prova che siamo entrati in un nuovo mondo? È a Settecamini: «Tiburtina Valley», area metropolitana di Roma. Lì si sta forgiando un nuovo rapporto tra Italia e Germania. Non più quello, in difficoltà, legato alle forniture di componenti avanzate per l’industria automobilistica tedesca: dalle valli bergamasche, si scende a Sud, più vicini al governo. Lì, in un grande hangar della Rheinmetall Italia, quattro modernissimi sistemi di difesa aerea stanno per partire per Kiev

Il quadro geopolitico

Sono il segno che l’aggressione di Putin all’Ucraina ha cambiato il quadro geopolitico dell’Europa e ha anche trasformato l’industria della Sicurezza. È il nuovo mondo nel quale Roma e Berlino sono destinate a una collaborazione di lungo periodo. L’amministratore delegato di Rheinmetall in Italia, Alessandro Ercolani, dice che l’invasione dell’Ucraina non ha solo costretto i governi europei a piani d’investimento massicci nella Difesa. «Il settore terrestre è stato a lungo trascurato in Italia, come d’altra parte negli Stati Uniti, a favore di investimenti in aerei e in programmi navali —spiega —. Con la guerra in Ucraina, la prospettiva è cambiata e ora il 40-50% degli investimenti è destinato alle attività terrestri. Questo rende la Germania, che nel campo ha industrie solide, un partner ideale». L’Italia «ci sta mettendo budget consistenti», dice l’amministratore delegato. E ancora di più farà il governo tedesco. Non solo. La stessa guerra ha mostrato che «la minaccia più terribile, ormai, è il drone».




















































Cosa è cambiato

L’invasione dell’Ucraina è stata insomma un grande «acceleratore» dei cambiamenti in campo militare. I quattro sistemi di difesa aerea in partenza per Kiev, dove Rheinmetall Italia ne ha già inviati molti, sono per esempio sì in grado di lanciare con grande precisione missili contro ordigni in arrivo, ma possono anche sparare a una velocità straordinaria munizioni anti-drone. Ercolani spiega che i droni arrivano in nugoli: i proiettili speciali per abbatterli vengono sparate dal cannone del sistema di difesa e, grazie a una capacità di supercalcolo, esplodono quando sono tra i droni nemici. La tecnologia, oggi, è la chiave dello sviluppo degli armamenti. 

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I sensori e gli algoritmi

I cannoni realizzati da Rheinmetall nella periferia romana — guidati da radar, da sensori e da algoritmi — sono sistemi short-range, capaci di proteggere con un raggio di quattro chilometri; hanno il grande vantaggio di costare un centinaio di migliaia di euro ciascuno, «poco» a confronto, per esempio, dei Patriot che sono long-range ma possono costare cinque milioni per ogni sistema. A Settecamini, Reheinmetall produce sia questi sistemi di difesa aerea sia munizioni. «Settori in cui siamo leader», sostiene Ercolani. Il maggior cliente è naturalmente l’Ucraina. L’azienda tedesca, che ha sede centrale a Düsseldorf, ha anche aperto due impianti in Ucraina, uno per il munizionamento e uno per la manutenzione dei mezzi mobili. E, a proposito di fabbriche di auto tedesche e di riconversione, sta comprando in Germania un impianto della Volkswagen per riconvertirlo alla produzione di munizioni.

Le collaborazioni

La collaborazione italo-tedesca è già in atto. In febbraio, Leonardo e Rheinmetall hanno formato una joint-venture per produrre carri armati e mezzi corazzati. La Difesa italiana vuole 1.500 carri nuovi in dieci anni e ha assegnato alle due aziende il contratto per realizzarli. «Con due requisiti — spiega Ercolani — che sia una collaborazione europea con una dimensione nazionale e che lo sviluppo abbia un contenuto tecnologico che rimane in Italia». I carri Panther e Lynx (un ordine per ora di sei miliardi) avranno parti tedesche (la struttura di base mobile) della Reheinmetall AG in Germania, cioè il 40% del progetto; torretta e sistemi elettronici di Leonardo, il 50%; difesa aerea di Rehinmetall Italia, il 10%: progetto europeo, per il 60% sviluppato in Italia e per il 40% in Germania. 

La svolta della Germania

Poi, c’è Friedrich Merz. Il cancelliere tedesco in pectore, che dovrebbe entrare in carica poco dopo Pasqua, ha già impostato il maggiore investimento in Difesa della Germania dal dopoguerra. Centinaia di miliardi per ammodernare il disastrato esercito tedesco e per avere un ruolo di leadership in Europa. Grande opportunità per la cooperazione con l’Italia, che ha ottime imprese nel settore della difesa, da Leonardo a Fincantieri. In più, il piano ReArm Eu spinto dalla Commissione Ue prevede sostanziali investimenti, vista l’evoluzione geopolitica del mondo. Per le imprese del settore, la spinta alla crescita non finirà insomma con la guerra in Ucraina: il riarmo andrà avanti per anni. In Borsa, il titolo di Rheinmetall AG viaggiava sotto i 300 euro nel 2023, oggi si muove attorno ai 1.400 nonostante i recenti crolli nei mercati. Apple scende, Rheinmetall sale: è il nuovo mondo.


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25 aprile 2025 ( modifica il 25 aprile 2025 | 08:57)

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