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Coin, Invitalia entra con il 30%. 21 milioni dai nuovi investitori


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È pronto il piano di risanamento e rilancio del gruppo Coin (il colosso veneziano del retail), con la salvaguardia di tutti i posti di lavoro, anche grazie all’ingresso di capitale pubblico nella società. È stato confermato oggi in occasione del tavolo tecnico che si è tenuto al Mimit, su indicazione del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, con l’obiettivo di superare le difficoltà finanziarie manifestate dall’azienda.

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Nel corso dell’incontro – che ha visto la presenza dell’azienda, delle Regioni interessate e delle organizzazioni sindacali – è stato comunicato infatti che Invitalia (la società di investimento del Ministero dell’Economia), tramite il Fondo salvaguardia imprese, ha deliberato un intervento da dieci milioni di euro, pari al 30,1% del capitale societario. Un’iniezione di liquidità che si aggiunge ai 23,2 milioni di euro provenienti dai nuovi investitori, Sagitta SGR e MIA Srl (circa 21 milioni), e, in via residuale, dagli attuali azionisti di Coin (Red Navy, Joral Investment e Hi-Dec Edizioni). L’adesione ampia dei creditori ha confermato il clima di fiducia rispetto al Piano: prossimi alla firma anche alcuni istituti bancari e Sace, che hanno già dichiarato la loro adesione. A queste risorse se ne aggiungono altre di tipo finanziario per una manovra complessiva che porterà nuove risorse per 43 milioni di euro. Nei prossimi giorni l’azienda provvederà al deposito del piano presso il Tribunale.

Si valutano nuove chiusure, ma restano tutelati i 1390 dipendenti

«Sosteniamo con convinzione il rilancio di questo storico gruppo commerciale – ha dichiarato il ministro Urso – e continueremo a monitorare con attenzione affinché il percorso di risanamento si concluda con la piena tutela dei 1.390 lavoratori coinvolti». Durante il confronto, spiega il Mimit, l’amministratore delegato di Coin ha comunicato che sono già stati conclusi 330 accordi con i creditori, oltre il 60 per cento dei debiti dell’azienda, a testimonianza del clima di fiducia che accompagna il rilancio della catena retail italiana, che conta 34 negozi diretti e 130 store in Italia e all’estero.

I lavoratori coinvolti nella chiusura degli store già comunicati (di cui due in Veneto, San Donà e Vicenza) saranno ricollocati in altri punti vendita evitando così il ricorso agli ammortizzatori sociali. In aggiunta a quanto comunicato fino a pochi mesi fa, il punto vendita di Roma Termini chiuderà il 31 maggio, il punto vendita di Bologna cesserà l’attività il 31 luglio, ma è in corso la ricerca di una nuova sede sul territorio. Quello di Vicenza, invece (di cui era stata comunicata la chiusura in data da definirsi), resterà operativo per tutto il 2025: nel frattempo si lavorerà per individuare una soluzione stabile e duratura per il punto vendita. Nessuna novità per San Donà, lo store chiuderà a breve ma i dipendenti sono stati tutti ricollocati sul territorio.

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Il tavolo verrà riconvocato nella seconda parte dell’anno per monitorare lo stato di avanzamento del piano di risanamento. La regione Veneto valuterà con i vertici aziendali e le parti sindacali la convocazione di un nuovo tavolo regionale se ritenuto utile a facilitare la definizione di soluzioni adeguate per assicurare il mantenimento e il rilancio dello store vicentino.



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