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La carta azera per il rilancio dell’ex Ilva di Taranto. Sfuma l’ipotesi indiana abbinata erroneamente per settimane al club di Serie C.


La recente offerta di Baku Steel per l’ex Ilva di Taranto ha segnato un’importante svolta nel lungo processo di privatizzazione dello storico impianto siderurgico italiano. Il 20 marzo 2025, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha confermato che il consorzio azero Baku Steel, in collaborazione con Azerbaijan Investment, ha presentato l’offerta vincente per l’acquisizione di Acciaierie d’Italia (ADI), l’ex Ilva .

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Dettagli dell’offerta

L’offerta prevede un investimento complessivo di 1 miliardo di euro, suddiviso equamente tra l’acquisizione degli stabilimenti, tra cui quello strategico di Taranto, e il valore del magazzino. Il piano industriale presentato dal consorzio azero prevede investimenti per 4 miliardi di euro in cinque anni, con l’obiettivo di garantire la stabilità occupazionale per circa 7mila lavoratori. La strategia produttiva punta su una transizione tecnologica, combinando l’uso di altoforni e forni elettrici, con l’intenzione di passare da due a tre forni elettrici nel prossimo futuro.

Fasi successive e ruolo dello Stato

Dopo la conferma dell’offerta, il processo prevede ulteriori passaggi fondamentali: la firma del contratto, il parere del comitato di sorveglianza, la valutazione dell’antitrust europeo e l’approvazione ambientale da parte del Ministero dell’Ambiente. Nonostante il passaggio di proprietà, lo Stato italiano manterrà una partecipazione azionaria tra il 10% e il 15%, con un ruolo ridotto rispetto alle previsioni iniziali.

Reazioni e prospettive future

L’acquisizione da parte di Baku Steel ha suscitato diverse reazioni. Fonti vicine all’azienda Jindal Steel (uno dei maggiori gruppi indiani di ferro e acciaio con sede a Nuova Dehli).hanno espresso sorpresa per il successo dell’offerta azera, sottolineando la mancanza di esperienza di Baku Steel nella gestione di impianti complessi come l’ex Ilva, e mettendo in evidenza le competenze ed esperienze di Jindal nella gestione di impianti industriali.

In una fase della trattativa si era parlato anche della possibile vittoria della realtà indiana, perchè, durante l’ingresso dell’inglese Mark Colin Campbell (rappresentante di Apex Capital Global LLC) a supporto del Taranto FC (club di Serie C/Lega Pro collegato alla figura dell’imprenditore locale Massimo Giove), la presenza di alcuni soci americani (di origini indiane) attivi nel mondo della finanza globale, dietro allo stesso Campbell, aveva fatto pensare all’arrivo di Jindal Steel nel ruolo di main sponsor dei rossoblù. Un rumour chiaramente “falso”, mai supportato da alcun elemento di concretezza. Ma, per settimane, questa fake news (una delle tante veicolate su questa trattativa) è rimbalzata, erroneamente, sulla stampa locale, creando un inutile clamore, oltre che interesse, sul club (poi escluso dalla FIGC, a campionato in corso, per una serie di inadempimenti amministrativi).

Per quanto riguarda le prospettive future, l’acquisizione, da parte di Baku Steel, rappresenta una nuova era per la siderurgia italiana, caratterizzata da investimenti esteri, rilancio produttivo e sfide occupazionali da affrontare. Il governo italiano, attraverso il coinvolgimento di Cassa Depositi e Prestiti (CDP), mira a garantire la sostenibilità e la competitività dell’industria siderurgica nazionale, affrontando al contempo le questioni ambientali e occupazionali legate alla transizione tecnologica e alla decarbonizzazione della produzione.

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