di Alessandro Maran
Con l’intensificarsi dei negoziati con gli altri paesi e la richiesta di esenzioni dalle elevatissime tariffe doganali da parte delle aziende, accordi speciali e deroghe diventeranno la norma, afferma Zakaria. Ciò danneggerà il libero mercato americano e favorirà il “crony capitalism”, il capitalismo clientelare, cioè quella situazione in cui il successo negli affari dipende da strette relazioni tra uomini d’affari e funzionari pubblici, a discapito della libertà di impresa e della concorrenza. Può essere caratterizzato da favoritismi nella distribuzione di licenze, sovvenzioni governative, sgravi fiscali speciali, ecc. Nel capitalismo clientelare, infatti, le aziende ottengono benefici attraverso connessioni politiche piuttosto che per merito. In Italia lo conosciamo benissimo.

Giornalista, direttore di Libertà Eguale e della Fondazione PER. Collaboratore de ‘Linkiesta’ e de ‘Il Riformista’, si è occupato di comunicazione e media relations presso l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale del Lazio. Direttore responsabile di Labsus, è stato componente della Direzione nazionale di Cittadinanzattiva dal 2000 al 2016 e, precedentemente, vicepresidente nazionale della Fuci. Ha collaborato con Cristiano sociali news, L’Unità, Il Sole 24 Ore, Europa, Critica Liberale e Democratica. Ha curato il volume “Riformisti. L’Italia che cambia e la nuova sovranità dell’Europa” (Rubbettino 2018).
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