Customise Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorised as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyse the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customised advertisements based on the pages you visited previously and to analyse the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

la paura di fallire frena la spinta imprenditoriale


La capacità imprenditiva (cioè la spinta imprenditoriale) che ha caratterizzato l’Italia, permettendole di diventare una delle principali economie mondiali, sembra rallentare. Tra i Paesi europei l’Italia si colloca al secondo posto per numero di imprese attive (dietro alla Francia), ma al terz’ultimo posto per tasso di natalità, ovvero il rapporto tra il numero di attività avviate in un anno rispetto a quelle attive nell’anno precedente. È quanto emerge dal rapporto “Italia generativa – Giro di boa”, presentato l’8 aprile a Roma e realizzato dal Centro di ricerca Arc dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, promosso da Fondazione poetica per la Generatività sociale e Genialis, con la collaborazione di Unioncamere. Il Rapporto, giunto alla sua terza edizione, analizza lo stato del tessuto imprenditoriale e dell’economia italiana. 

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Gli indicatori di un’economia poco dinamica

L’edizione di quest’anno è dedicata all’imprenditività, un indicatore della generatività sociale, ovvero della possibilità di dare inizio a nuovi processi e forme sociali produttive, rigenerando così la vita sociale ed economica di un Paese. Aprire una nuova attività presuppone la capacità di assumersi un rischio ed è per questo “un atto di fiducia nella vita e nel futuro”, come si legge nella prefazione del Rapporto.

Come detto, l’Italia presenta un basso tasso di natalità delle imprese rispetto agli altri Paesi europei (7,9% rispetto al 10,5% della media Ue). Tra il 2018 e il 2023 i settori più dinamici sono stati quelli con un forte legame con innovazione, creatività e formazione, in particolare nell’ambito della pubblicità e delle ricerche di mercato, dei servizi finanziari (escluse le assicurazioni e i fondi pensione), delle attività postali e di corriere (spinte dall’espansione dell’e-commerce) e della produzione di software e consulenza informatica. Una dinamicità che riflette l’evoluzione della domanda per i servizi digitali, finanziari e formativi nel mercato italiano per cui sono necessarie competenze specializzate e sviluppo tecnologico. 

L’Italia si colloca anche nelle ultime quattro posizioni per churn rate, la somma del tasso di natalità e di mortalità delle imprese (il rapporto tra il numero di imprese chiuse in un anno e il totale delle imprese attive nell’anno precedente). Un churn rate basso indica un mercato poco dinamico e innovativo. L’Italia presenta valori di churn rate inferiori alla media europea (14,6% rispetto a 19,2%) in tutti settori eccetto la sanità e l’assistenza sociale, l’istruzione e le attività artistiche, ricreative e del divertimento.

Cosa frena la spinta imprenditoriale

Tra gli ostacoli alla nascita di nuove imprese c’è la paura del fallimento: nel 2023 in Italia il 48,5% delle persone tra i 18 e i 64 anni ha dichiarato di non voler avviare una impresa per timore di fallire, pur percependo buone opportunità imprenditoriali. Il dato italiano è superiore a quello di Paesi come Germania (38,6%), Francia (40,1%) e Spagna (46,2%), ma inferiore a quello di economie come Regno Unito (53,2%) e Grecia (53,16%).

Aste immobiliari

 il tuo prossimo grande affare ti aspetta!

 

Inoltre, l’Italia si colloca al penultimo posto in Europa per imprenditorialità giovanile: nel nostro Paese il 5,6% dei giovani tra i 15 e i 30 anni ha già avviato un’attività, mentre il 13% dichiara di essere in fase di avviamento. La percentuale di giovani italiani che intendono avviare un’impresa, però, è più elevata rispetto al resto dei Paesi europei. “Questo divario tra la quota di giovani che hanno già avviato un’impresa e quella di chi si trova ancora nelle fasi iniziali del processo imprenditoriale suggerisce la presenza di ostacoli strutturali che rallentano la transizione dalla preparazione all’effettiva realizzazione dell’attività” si legge nel Rapporto.

La principale barriera all’imprenditorialità giovanile è la mancanza di risorse finanziarie, indicata dal 18,5% degli intervistati, un valore leggermente superiore alla media dell’Ue (16,2%). A scoraggiare le giovani generazioni contribuiscono anche la percezione di non essere presi sul serio dagli investitori, la mancanza di conoscenze o competenze specifiche e le preoccupazioni legate agli aspetti legali e amministrativi.

Consulta il Rapporto

 

Copertina: Unsplash



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Aste immobiliari

 il tuo prossimo grande affare ti aspetta!

 

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta